Intervista a Sacha di PumpTruck Italia il creatore del bike park Mad Village al Colle della Maddalena 7


 

 

Vista la curiosità che serpeggia fra noi biker e le molte mail che mi avete scritto chiedendo maggiori info sul bike park che sta nascendo alla Maddalena eccovi accontentati!

Tante succose info nell’intervista a Sacha di PumpTrack Italia, i creatori di Mad Village!

Mad Village Torino

Mad Village Torino

Ciao Sacha, molti rider già ti conoscono ma altri no. Dicci in breve chi sei e di cosa ti occupi con PumpTrack Italia.

Ciao Edoardo, allora da dove possiamo iniziare!! 

Chi sono: sono prima di tutto uno sportivo e con questo voglio dire uno che si impegna e non teme il lavoro necessario per raggiungere il massimo in ogni progetto che attiri la mia attenzione, poi qualche anno fa per necessità di allenamento legate ad altri sport sono approdato alla bici ed al suo mondo.

Come molti sanno ho un’impresa edile quindi mezzi, attrezzature e manodopera, diciamo che non mi mancano. La PumpTrack Italia è nata perché ci siamo accorti dopo aver costruito il primo pistino, praticamente per gioco che nelle pump track non era sufficiente dar gas o avere delle gambe super allenate. Tutto si traduceva in tecnica e capacita di guida, non c’è l’inerzia della discesa che ti aiuti a star dritto, evidenzia i difetti di guida quindi se la tecnica è corretta la bici scorre altrimenti perdi inesorabilmente velocità ritrovandoti a pedalare.  Noi discesisti incalliti convinti delle nostre capacità di super smanettoni, ci siamo scontrati con l’assoluta certezza di dover imparare veramente a stare in bici, il peso centrato, lo sguardo al punto giusto ecc.. ecc… perciò via con la seconda pista più grossa e veloce e con la nascita spontanea della PumpTrackItalia associazione della quale ad oggi sono il presidente.

Raccontaci come é nata l’idea di un Bike park al Colle della Maddalena, a due passi da Torino.

Per quanto riguarda il Park, la collocazione geografica non è stata frutto di attenti calcoli sulla fruibilità commerciale dell’area ma semplicemente dettata dal fatto che abitando a Moncalieri ho iniziato la mia “carriera” da discesista amatoriale alla Chiesetta e li ho fatto le prime esperienze da costruttore di trail, modificando la vecchia linea e aprendone di nuove, ma ad ogni pezzo aggiunto si scatenava un vespaio con enti e associazioni. Quindi dopo mille discussioni abbiamo capito che era giunta l’ora di cambiare metodo, volevamo più libertà d’azione e la possibilità di lavorare con dei mezzi e non facendo tutto con pala e piccone nei ritagli di tempo.

Ma il tutto è partito grazie al sig. Rocco Murvana proprietario del Bar La Maddalena che avendo vissuto con noi le peripezie di questi anni ci ha offerto il primo lotto di 10mila metri sul quale abbiamo iniziato ad operare, ovviamente sappiamo benissimo che il fatto di essere a soli 6km da corso Moncalieri rende il park decisamente accessibile a tutti i Torinesi.

É stato difficile ottenere i permessi? Non dev’essere stato facile convincere comune e proprietari dei terreni.

Per quanto riguarda i proprietari, sig. Murvana a parte, abbiamo dovuto fare delle visure catastali per identificare sia i lotti che i proprietari, poi è partita la ricerca per scoprire chi fossero, ma il problema è che moltissimi di questi lotti sono passati in eredità per generazioni quindi spesso sono multiproprietà e bisogna avere il consenso di tutti perché i contratti d’affitto siano validi, ma per adesso siamo stati fortunatissimi, abbiamo trovato persone entusiaste del progetto e contente di poter dare una mano. 

Invece per l’area che abbiamo richiesto al comune di Pecetto siamo ancora in attesa di un riscontro certo, ma ci speriamo dato che è quella meglio esposta al sole, dove ci piacerebbe mettere il parco giochi per i bambini e l’area accoglienza.

Allora procediamo con il problema permessi: prima di tutto si deposita presso gli uffici della forestale il permesso per tagliare alberi, con relativo sopralluogo della guardia forestale, ma la nostra idea era dare un po’ di respiro al bosco sovraffollato e non sicuramente creare un campo da calcio per cui con loro nessun problema, ma la pratica è obbligatoria.

Seconda fase bisogna recintare tutto altrimenti si entra in un ginepraio di responsabilità civili e penali qualora qualcuno entrato nella proprietà, dovesse farsi male sul tracciato, quindi bisogna mandare al comune presso la sezione paesaggistica un progetto descrivente la pista e la recinzione che si vuole posizionare.

Terza Fase: rilievo geologico e progetto per l’assetto idrogeologico che a secondo delle quantità va spedito o al comune e/o alla provincia.

Quarta Fase: qualora si volesse fare una cosa seria e non una Pista per soli privati è necessario avere acqua ed energia elettrica e per questo bisogna fare le relative richieste ma mentre per la corrente elettrica non ci sono problemi, per l’acquedotto bisogna avere le strutture sanitarie per giustificare la richiesta oppure niente acqua se solo per bagnare il giardino.

Ci teniamo a sottolineare che il comune di Pecetto e soprattutto il comando dei vigili di zona, ci hanno aiutato a capire cosa fare e come in un ambito dove tutti quelli a cui chiedi ne sanno poco o niente dato che progetti come il nostro praticamente non esistono su territorio nazionale.

In pochi lo sanno ma con i tuoi ragazzi avete fatto un grande lavoro di pulizia del bosco prima di iniziare i lavori, quanto credi che sia importante la mountain Bike per promuovere una coscienza di rispetto per la natura?

Si purtroppo l’area era diventata una discarica utilizzata ormai da anni. Passando sul bordo strada, bastava tirar giù il finestrino per liberarsi della spazzatura, quindi i primi due mesi li abbiamo investiti nella bonifica del sito rimuovendo di tutto, ma il comune di Pecetto con grande disponibilità si è occupato di smaltire settimanalmente i rifiuti che posizionavamo sul bordo strada.

Sono convinto che la bici in genere sia come non mai il futuro, un mezzo che ha attraversato più di un secolo senza subire praticamente mutazioni, le sue geometrie cioè i due triangoli che formano il telaio, sono tutt’ora alla base di qualsiasi bici, indifferentemente dalla disciplina per la quale sia stata costruita. La storia di questa grandiosa macchina è piena di risvolti spesso sconosciuti, come il semplice fatto che fu il primo attrezzo per lo sport di massa, prima della bici i cittadini comuni non praticava sport, fu il primo mezzo di locomozione dei cittadini comuni che prima erano relegati nei proprio paese di appartenenza. Potremmo raccontare tantissime altre incredibili storie legate alla nostra amatissima bici!

Credo anche che la bici sia forse l’unica tra le macchine inventate dall’uomo che abbia un’anima totalmente in armonia con l’ambiente e con l’uomo stesso, ti obbliga a guardarti intorno con un moto che consente alle persone di non sfrecciare davanti a tutto indifferenti trasformando ogni spostamento in un viaggio che arricchisce sempre e comunque chi lo compie; ma il problema ad oggi è nel pochissimo spazio che le città Italiane offrono al mondo della bici, poche piste ciclabili e mal collegate, l’impossibilità di caricare la bici sui mezzi pubblici cosa che nel nord Europa e all’ordine del giorno. Potremmo discorrere per ore sulle potenzialità ecologiche che la bici offre, sicuramente la bici ha un effetto direttamente proporzionale al beneficio sull’ambiente, fosse solo per il fatto oggettivo che se stai pedalando, ovviamente, non hai il piede sull’acceleratore di un motore a combustione e per il fatto che tutte le statistiche fatte, indicano che dove la gente può usare la bici, lascia a casa l’auto. Quindi mtb a parte la bici può e deve ritrovare nella nostra società lo spazio che merita.

Ma veniamo al dunque: cosa bolle in pentola? Dacci qualche succosa anteprima di cosa state creando e di come sarà strutturato il Bike park.

Allora, partiamo dal nome: Mad Village, Mad stà per matto ma è anche l’abbreviazione di Maddalena, Village, perché quello che vorremmo realizzare non vuole essere solo un semplice bike park ma un vero è proprio villaggio, con sentieri, arie lettura e angoli dove poter passare del tempo solo per il piacere di vivere il bosco, in oltre, siamo fermamente convinti che una delle priorità sia quella di crescere nuovi atleti e nuovi appassionati/appassionate, da qui la necessità di creare una struttura mirata all’insegnamento e all’apprendimento progressivo a tutti i livelli. Non fatevi quindi ingannare dalla prima linea, perché è stata realizzata per prima solo per un fattore “commerciale”, avevamo bisogno di dar spazio da subito a quelli che saranno i primi tesserati cioè gente che chi più chi meno in bici ci sa andare, scelta dettata anche dal fatto che il primo lotto acquisito si adattava a quel tipo di Pista, ma tutto il resto avrà come comune denominatore l’apprendimento, sicuramente ci andrà un po’ di tempo e investimenti importanti ma l’obbiettivo è quello di creare un clima da villaggio, indiscussa attenzione sulla tecnica di costruzione dei tracciati ma medesima considerazione ai particolari estetici e alla vivibilità degli spazi, il tutto dovrà essere bello da vedere e da vivere anche per chi semplicemente approda da noi come accompagnatore d’amici, figli, fidanzati e/o fidanzate.

Comunque torniamo a ciò che interessa ai tuoi lettori, in programma ci sarà una pump track, un circuito school con tutto ciò che serve agli istruttori per insegnare, un anello che farà il giro esterno del parco con vari passaggi di diverso livello, altre 4 linee tra il freeride e downhill, un’area dedicata ai ragazzi del Dirt, la foam pit per provare i vari trick, un’area accoglienza con tavoli e angolo griglia e molto altro ancora!

Dimenticavo che ci sarà il Tapisroulan per le risalite di quelli che non vogliono pedalarsela.

Avete già deciso quali saranno gli orari di apertura e quali saranno i costi per accedere al Bike park?

E’ tutto ancora in forse ma in linea di massima sarà aperto 6 giorni su 7 dalle 9 alle 21 salvo eventi e/o giornate particolari, se viceversa troviamo il modo per illuminarla, allora ci saranno tre giorni alla settimana dove si potrà girare in notturna. Per i costi si pensava a fare tre step, trimestrale, semestrale e annuale, ma i tariffari li stiamo ancora definendo. 

A quando l’inaugurazione?

Meteo permettendo speriamo d’iniziare ad aprire per metà marzo e poi continueremo a lavorarci per un bel pezzo prima che tutto sia ultimato.

Grazie del tuo tempo!

Grazie della tua attenzione.

 

 


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